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al testo di Redazione LaRecherche.it
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* La peluria del braccio, leggera, il tremore della mano sarei voluta essere una estate malinconica avrei voluto ciliegie sbiadite il torrido lungo la schiena la corrente veloce che solleva le gonne mi rimane questo mese – inaspettato - la somma dei tuoi occhi. * Noi aspettammo nel silenzio della stanza fuori il buio,le auto senza luci così credevo,di non incontrare più se pioveva era l'attesa era una requie uscire per non toccare il corpo quel cedimento che non sapevo quale nome avesse quale ruga o mai sorriso nascondesse noi alla finestra,a baciare il vetro la mano che non sfiora il braccio teso noi aspettammo,finalmente. * Di quando in quando rovesci il capo e non parli è allora che si fa buio scende la sera nella stanza perdo i miei passi e non so più trovare gli occhi le labbra ormai dimenticate potrei anche vacillare e poi lo sento che non sono io nuvole entrano e spifferi i mobili al loro posto,come spenti sarei dunque la stessa gli occhiali al loro posto la mano sul seno, forse a sfiorare. |
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